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delle subite e non prevedute irruzioni, altro non è tutto ciò, se non gli insegnamenti di quell’aureo volume posti ad effetto, e religiosamente adempiuti. L’arte della guerra ebbe in esso quelle istituzioni di nuova scienza31, che le nuove arme da tanto tempo desideravano, ebbe il fondamento di semplici ed innegabili principii, e in mezzo i dubbii delle conghietture, il certo lume degli aforismi. Ammiravano le Memorie del Montecuccoli non meno i militari, che i letterati. I militari, fra’ quali non si tace di un Duca di Lorena, di un Principe di Anhalt, e dello stesso celebre nome del gran Condè, non pur riconobbero l’arte ordinata, ma di nuovi e insigni documenti accresciuta.

La militare architettura, nata in Italia32, e dagli Italiani geometri ridotta a forma d’arte, e qualità di scienza, assai prima che la illustrasse il facil metodo e il sublime disegno di un Coheorn, e di un Vauban, vi è considerata con quella ragione, che si conveniva a tanto senno, congiunto a così lunga e ponderata sperienza. Le artiglierie, delle quali era allor l’uso incerto e difficile per la soverchia varietà delle forme furono primieramente dal Montecuccoli condotte a quella utile semplicità, dalla quale la moderna Scienza Militare non si è giammai dipartita. La sussistenza degli eserciti, spesso di que’ tempi avventurata al caso, fu per aurei documenti assicurata sopra sagacissime cautele. L’arte di accampar con vantaggio, salute de’ piccioli eserciti, vi fu dimostrata sottil-