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imperito, diffidandomi di aggiugnere e a quella sublimità di stile, che le lodi di tanto uomo richieggono, e a quella profondità di dottrina, che la materia desidera, vi supplico, ascoltatori, non imputarmi a biasimo, se in questa cattedra serbata alla più squisita erudizione, e alla più adorna e splendida eloquenza, verrà per me sostituita l’ingenua e nuda verità. La verità, della quale io vi prometto fedelmente servare le tracce, la verità vi parrà in sè stessa così grande ed elegante, che non mi saprete malgrado, se io degli esterni, e non suoi fregi non l’avrò rabbellita; e la grand’anima del Montecuccoli non isdegnerà forse l’umil suo lodatore, se come lui di ogni artifizio nemico, lo rappresenti con quella semplicità stessa, colla quale ei visse, e colla quale ei narrò modestamente le sue vittorie.
Raimondo Montecuccoli3, Principe del S.R.I., Signore di Hoen-Eg, Gleiss, ed Handorff, Consigliere privato di S.M. Cesarea, Cavaliere del Toson d’oro, Presidente al Consiglio di Guerra, Camerlengo, Luogotenente-generale, Generale di artiglieria, e Governatore di Raab, nacque l’anno di nostra salute mdcviii in Montecuccolo, castello di sua famiglia, ed ebbe in genitori Galeotto Montecuccoli e la dama ferrarese Anna Bigi.
Una famiglia da sei secoli chiara e poderosa nella provincia Modonese: l’aspetto delle rocche minacciose sopra i più ardui gioghi dell’Appennino: le sale guernite d’armi, non per inutile apparato di dignità, ma per necessaria guardia e difesa con-