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colle quali il Montecuccoli ha combattuto, affine di riconoscere i fatti più al minuto, e di separare la verità dalla menzogna. L’Autore non sarebbe venuto a termine di questa sua fatica, se l’altrui soccorso non gliela avesse agevolata, procurandogli, ed additandogli gli opportuni materiali. Egli dee moltissimo a S. E. il signor Marchese Gherardo Rangone, consigliere intimo attuale di stato di S. A. S., riformatore nel dicastero degli studii, e ciamberlano delle LL. MM. II. e RR., cavaliere pieno di erudizione di ogni genere, non men profondo nelle più sublimi facoltà, che dotto in moltissime lingue, cui le scienze debbono assaissimo per la sua generosa sollecitudine di proteggerle, e cui dovranno assai più, se egli, in vece di promoverle coll’opera altrui, elegga piuttosto di usare la propria. Il chiarissimo signor abate Gabardi, uno de’ prefetti della ducale biblioteca, ha pure additati all’Autore parecchi reconditi documenti intorno la persona del Principe Montecuccoli, nascosti a tutt’altri, e noti alla sua grande ed infaticabile erudizione. Il dotto non men che cortese signor avvocato Lodovico Ricci con liberalità spontanea ha comunicate all’Autore parecchie lettere originali dello stesso Montecuccoli, ed altri rari e pregevoli documenti, che a lui si riferiscono. P.

3 Il Moreri ed altri scrittori non italiani dicono che il Montecuccoli fosse stato investito dal Re di Spagna del ducato d'Amalfi. Io non prenderò nè a negarlo, nè ad asserirlo, non parendomi di avere riscontri abbastanza sicuri su tal fatto. Ben potrebbesi facilmente essere preso equivoco con Ottavio Piccolomini, sanese, generale anch’egli di Cesare, e antecessore del Montecuccoli, il quale veramente era Duca d’Amalfi. Fu il Montecuccoli dichiarato Principe dell’imperio l’anno 1678. P.