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LIBRO PRIMO 77

parti loro mettendoli in possesso del castello Farangion, e ritenendosi, per condizione, tutto il metallo derivante da quelle terre; di buon grado e’ v’acconsentirono, contentissimi di togliere al re tanta dovizia; nè aveavi mezzo di ridurre gli abitatori sotto l’antico giogo, insuperabili essendo gli ostacoli nella costoro situazione.

IX. I fratelli Narsete ed Arazio, dei quali narrava la battaglia data a Belisario ed a Sitta nell’Armenia1, unironsi parimente di lor volere colla propria madre ai Romani, e il duce imperiale, Narsete anch’egli, persarmeno e questore, accolseli della miglior guisa, ed offrì loro magnificentissimi doni. Non guari dopo il minor fratello Isacco, uditi i vantaggi riportati dai suoi ribellando, tenne segrete pratiche co’ Romani, e fattone ascendere qualche numero in luogo opportuno, ricevetteli, aprendo una porticciuola tra le tenebre, nel castello Bolon fondato sul territorio di Teodosiopoli2; ed egli andossene a dimorare in Bizanzio.

  1. V. cap. 12, § 6.
  2. «Quando Teodosio augusto acquistò il regno di Arsace (nell’Armenia maggiore) egli piantò un castello sopra un certo colle, chiamato Teodosiopoli... Non molto dopo l’imperatore Anastasio ivi fondò una città comprendendo entro le mura quel colle, su cui Teodosio avea eretto l’anzidetto castello; e quantunque alla città Anastasio avesse dato il suo nome, non gli riuscì di fare abolire quello di Teodosio primo fondatore: giacchè è tra gli uomini cosa comune che quanto appartiene all’uso riceva bensì novità, ma non così facilmente perda la prima denominazione» (Edif., lib. iii).