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30 GUERRE PERSIANE

meno alcuni de’ più appariscenti individui che dichiarò suoi. Posto quindi in Amida un presidio di mille uomini sotto gli ordini del persiano Glone, e lasciativi alcuni pochi abitatori indigentissimi per condurre ai soldati la necessaria vittuaglia, fe retrocedere l’esercito con tutti i prigionieri; a’ quali nondimeno trascorso qualche tempo con tratto di regale clemenza permise il ritorno alla patria loro. L’imperatore Anastasio trattò anch’egli in appresso con molta liberalità gli Amideni, sollevandoli pel corso di sette anni da ogni antico tributo, e ricolmando sì gl’individui come l’intiera popolazione di sue beneficenze; mercè di che potè questa obbliare, ma non così presto, tutte le sofferte sciagure1.


CAPO VIII.

Soverchio numero di condottieri nel romano esercito e poca loro concordia. — Appione questore delle truppe. — Vergognosa fuga di Areobindo. — Disfatta dei capitani Patriziolo ed Ipazio. — Scorreria di Celere nella regione degli Arzaneni.

I. L’imperatore Anastasio all’udire Amida cinta d’assedio mandovvi sollecitamente un forte esercito capitanato da Areobindo2 prefetto delle truppe orientali

  1. Anastasio di poi riconquistò Amida, ed ebbe con ciò mezzo di alleviare i mali di quella infelice popolazione (V. il cap. 9 di questo libro).
  2. Costui, detto altrove prefetto del pretorio di oriente e dell’Africa, fu il primo consorte di Proietta figlia di Vigilanza e di Dolcissimo nipote di Giustiniano.