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382 GUERRE VANDALICHE

tutte le costoro vittorie; riportandone la proibizione di narrarle altrui se non se quando fossero capitate nuove genti a confermarne la verità)? e quelli risposero: ottimamente. Il monarca vuol quindi sapere lo scopo della mandata loro; ed essi diconsi colà per manifestargli la brama dei Vandali di averlo a confederato. Teudi allora esortolli a raggiugnere i lidi africani ove attendevanli grandi avvenimenti. Se non che gli ambasciadori attribuendo cotali parole ai vapori di que’ generosi vini, serbarono, tacendo, a miglior tempo la domanda. Nel prossimo giorno adunque venutigli altra fiata innanzi pregaronlo di consentire alla lega, e n’ebbero l’egual risposta. Il perchè datisi a temere qualche sinistro nell’Africa, non però in Cartagine, ver lei spiegarono le vele; ma non più dei primi felici all’afferrarvi sono presi dalle truppe romane, e condotti a Belisario appalesangli tutte le cose loro: neppur questi del rimanente, per l’umanità del capitano, soggiacquero a triste conseguenze. Tali cose accaddero non altrimenti che noi abbiamo scritto.

Cirillo poi, mandato da Giustiniano come diceva nella Sardegna1, avendo inteso prima d’apportarvi la trista fine di Goda, volse incontanente le prore verso Cartagine dove, spettatore della vittoria de’ Romani, arrestossi. Fu spedito inoltre Salmone a Giustiniano per annunziargli il felice principio di questa guerra.

  1. V. cap. 11, § 1 di questo libro.