Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/399


LIBRO PRIMO 375

fetto scioglimento. Coll'entrata de' Romani in Cartagine avverossi pure un sogno fattosi da molti per lo innanzi, e sino allora pendente incerto; tale il raccontavano: I Cartaginesi, più che ad ogni altro Spirito beato, portano venerazione a S. Cipriano, ed erettogli un bellissimo tempio presso del lido, innanzi alle mura della città, quivi annualmente ragunansi a festeggiarlo, da lui nomando questo lor culto Cipriana, non altrimenti che la tempestosa fortuna da me teste mentovata1, sconvolgendo ella bene spesso que' mari nel tempo dagli Africani stabilito ad onorare il Protettor loro. Se non che i Vandali impadronitisi di questo tempio sotto l'imperatore Onorio2, e cacciatine con molto vitupero i cristiani sacerdoti diederne la custodia a ministri ariani. Al quale oltraggio e pubblica credenza che Cipriano apparso in sogno a que' divoti, confortasseli a viver di buon animo dacché avrebbe fatto egli stesso a miglior tempo le sue vendette. Divolgatasi la visione gli Africani erano sempre attendendone il compimento, ma non giungevano in modo alcuno a pronosticare come ciò avverrebbe. Approdate però in Africa le navi romane alla vigilia dell'onomastico del Santo, e pervenuta in Cartagine la nuova della rotta di Ammata a Decimo, i ministri ariani, che avevano già addobbato il tempio con apparati preziosissimi e disposte le altre suppellettili per solennizzarne con grande pompa la festa, provvidero fuggendo alla salvezza loro;

  1. V. cap. 18, § 3.
  2. Onorico (Cous.)