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LIBRO PRIMO | 339 |
cavalli delle imperiali razze della Tracia, presente di Giustiniano al condottiero, di là apportarono ad Abido, e la bonaccia ve li ritenne quattro giornate. In questo intervallo due Massageti uccisero un compagno che beffavali di lor ebbrezza, essendo gente appassìonatissima del vino; e Belisario condannolli entrambi a morire di laccio su d’un promontorio di quella regione. Per la quale sentenza tutta la schiera loro, e massime i consanguinei, levarono forte rumore, dicendo non essersi già sommessi alle romane leggi entrando volontariamente in lega coll’imperio, nè in patria andar punita di morte simigliante colpa; e mormoravanne altresì alcuni Romani, che, scellerati eglino stessi, non volevan sentir di gastighi contro de’ rei. Il duce però fatti chiamare a parlamento i Massageti e l’esercito intiero così arringolli:
IV. «Se a gente inesperta di guerra o a nuove cerne ora io prendessi a ragionare, dovrei con assai lunga diceria esporre quanto addivenga efficace la osservanza della giustizia al conseguir la vittoria, lasciando agli ignoranti il pensare che tutte la forza di quest’arte, e tutti i prosperi o contrarj eventi delle armi
presso l’Arduino: Περενθιων Νεωχορων; Perinthiorum Neocoron. È chiamata poi Eraclea da Zosimo in Aureliano, scrivendo: «Nel tempo della sua dimora presso Perinto, che ora, mutato il nome, è detto Eraclea, gli furono tramate insidie» (lib. i, cap. 6); da Vopisco e da Eutropio. Marciano eracleota la dice colonia de’ Samii (Perieg. in fine; V. inoltre Procopio, lib. iv, degli Edif.).