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LIBRO PRIMO | 337 |
CAPO XII.
Il patriarca di Bizanzio benedice l’esercito. — Sogno di Procopio. — Partenza delle navi, ed omicidio punito da Belisario. — Suo parlamento.
I. Giustiniano, correndo l’anno settimo del suo imperio, sul far di primavera1 comandò che la nave capitana aggiugnesse il lido vicino al palazzo, dove Epifanio vescovo della città benedisse l’armata secondo la usanza, e pregatole bene impose al guerriero testè battezzato di andare a bordo2; salitivi in pari tempo Belisario e la consorte Antonina si sciolse l’ancora. Il duce avea seco Procopio autore della presente Istoria, il quale era dapprincipio alquanto in forse e temente del pericolo, ma rincorato poscia da un sogno intraprese con grandissimo fervore il viaggio.
II. Parvegli, dormendo, essere in casa Belisario e
- ↑ Nella stagione del solstizio estivo. (Cous.)
- ↑ Chi si fosse costui lo abbiamo dalla Storia Segreta (c. 1). «Era in casa di Belisario un giovane di nome Teodosio, nato in Tracia di genitori della setta degli Ennomiani. Volendo Belisario condurlo in Africa gli si fece al sagro fonte padrino; a ed insiem colla moglie lo adottò per figlioccio, secondo che i cristiani sogliono fare». Costui altrove è nomato maggiordomo di Belisario, ed essendo giovane di molto ingegno venne sì in Africa che in Italia prescelto dal duce a trattare gravissimi affari.
Procopio, tom. I. | 22 |