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LIBRO PRIMO 317

cidentali imperatori, che è mio proposito di non ricordare, avendo tutti avuto corti reggimenti, e non segnalati da geste meritevoli di giugnere alla posterità. Tanto basti delle cose d'occidente.

IV. In Bizanzio Basilisco, non sapendo più vivere nella privata condizione, usurpò senza contrasto il diadema1, essendosi Zenone con la moglie riparato nella Isauria ov’ebbe i natali2; ma nel correre d’un anno ed otto mesi addivenuto per la sua avarizia odiosissimo ai cortigiani ed alle truppe, non sì tosto comparve un esercito dell'offeso a combatterlo che, stando già le ordinanze di fronte, gli disertò il condottiero Armazio3 con tutta la soldatesca, i quali passati nel campo nemico dichiararono Cesare il figliuol di Zenone, anch’egli nomato Basilisco, ed erede del trono alla morte del genitore. Il perfido Basilisco ricevuto in Bizanzio avviso del tradimento, va subito a riparare nel tempio servitogli altra fiata di asilo4, Acacio però vescovo della diocesi, abborrendone le scelleraggini, lo fe prendere e consegnare all’imperatore, giudicando indegno dell’ecclesiastica immunità un apostata della fede ortodossa per seguire gli errori di Eutichio, ed un empio

  1. (1) Anni dell’era volgare 475.
  2. (2) Scrive in proposito Candido Isaurio: «Zenone ingannato da Verina che sperava di congiungersi con Patrizio prefetto e regnare, fugge colla moglie e colla madre dalla città e dall’impero; ma di Verina i disegni non ebbero effetto; poichè i magistrati nominarono imperatore Basilisco fratello di lei».
  3. (3) Armato (Cous.)
  4. (4) S. Sofia. V. cap. 6, § 6, di questo libro.