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LIBRO SECONDO 265

sizioni a favore dei Lazj. Ma questo, dallo stesso Farsase di soppiatto avvertito delle insidie, non si mosse punto, cominciando invece ad ordire alla scoperta la ribellione. Fabrizio adunque, disgraziatissimo nella sua mandata, poichè ebbe commesso ai Pietresi l’approvigionamento di quanto potea occorrere per sostenere un assedio, tornò co’ suoi trecento indietro.

II. Gubaze di poi narrate all’imperatore le sofferte molestie chiesegli innanzi tutto di perdonare ai Lazj le vicende passate1, e quindi di volerli proteggere armata mano contro le violenze persiane, dispostissimi a scuoterne il giogo, ma essere bisognosi di aiuto. Giustiniano allegratosi oltre misura della notizia, spedì loro il capitano Dasisteo con settecento Romani e mille Zani2, i quali pervenuti nella Colchide ed unitisi alle truppe di Gubaze posero l’assedio a Pietra, dove trovata ostinatissima resistenza e copia molta di vittuaglia furono costretti a rimanere lungamente. Cosroe acceso d’ira per queste novità mandovvi pur egli un forte esercito di fanti e cavalieri sotto il duce Mermeroe, al marciar de’ quali Dasisteo e Gubaze appigliaronsi di scambievole consenso alla seguente determinazione.

III. Il fiume Boas scaturisce presso gli Armeni a stanza nei dintorni di Farangion vicino alle frontiere de’ Zani, e molto scorre a man diritta nel paese loro, ma sempre con istretto alveo ed opportunissimo al

  1. V. cap. 15 e 17 di questo libro.
  2. Il Cousin ed altri autori in vece di Dasisteo — di settecento — e di Zani, leggono — Dagisteo — settemila — e Tzani.