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LIBRO PRIMO 5

anche maggiori vedendosi quivi affatto privo di congiunti cui affidarne la tutela, nè potendo operare un sì dall’avo Onorio1, se ne lo richiedesse, per essere di già l’Italia in grande trambusto2. Davasi poi non minore fastidio dei Medi, antivedendo ch’e’ incoglierebbero ogni occasione di molestare a tutta lor possa i Romani. Trovò nulla di manco, in tanta perplessità e sebbene di mediocrissimo ingegno, un consiglio salutare alla prole ed all’imperio dichiarando nel testamento, o per divina inspirazione o per avviso degli ottimati suoi, erede Teodosio, e ponendolo sotto la tutela d’Isdigerte re dei Persiani3, cui raccomandava col massimo fer-

    molti esempj riferiti in proposito dalle istorie, l’occorso al figliuolo di Tolemeo, su del quale così Polibio scrivea: «Chi non si maraviglierà come Antioco e Filippo, mentre vivea Tolemeo e non abbisognava del loro aiuto, pronti erano a soccorrerlo, e quando morì, lasciando un fanciulletto tenero cui per diritto di natura salvar dovevano il regno, incitatisi reciprocamente, si fecero a dividere il retaggio del fanciullo; non adducendo neppure, conforme praticano i tiranni, un lieve pretesto per coprire il vituperio, ma di repente surgendo con tanta impudenza e ferocia che puo applicarsi loro il detto della vita de’ pesci, fra cui vuolsi che nella stessa specie ancora la morte del minore addivenga alimento e vita del maggiore» (lib. xv, trad. del D. Kohen).

  1. Flavio Onorio ascese il trono d’occidente nell’anno 394 dell’era volgare, ed imperò anni 28, mesi 11, e giorni 10.
  2. A motivo delle gottiche scorrerie; e delle sconfitte riportate dalle truppe imperiali, grandi sì che poterono i barbari cingere d’assedio Roma.
  3. Successore di Varrano nel regno l’anno dell’era volgare 400.