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LIBRO SECONDO 163

fabbricato sopra angolare terreno a motivo della congiunzione dell’Abora, fiume grandissimo, coll’Eufrate, e renduto forte da lunga triangolare muraglia estendentesi dall’uno all’altro fiume. Il real capitano volgendo i suoi pensieri alla Siria ed alla Cilicia omise di valicare l’Eufrate e di assediare il castello, e speditamente movendo colle truppe lungo il fiume in tre giorni fu alle porte di Zenobia1, città cui diede il nome la sua fondatrice, moglie di Odenato re dei Saraceni abitatori della regione, e da gran tempo confederati de’ Romani, i quali pel valore appunto del mentovato re, sterminio dei Medi, conseguito avevano la signoria orientale; cose tutte avvenute in epoche ben remote. Cosroe vedendo la città immeritevole delle sue cure, sterile e deserto il territorio, non si volle indugiare per tema non ne riportassero danno più rilevanti imprese. Fe pruova tuttavia di entrarvi per capitolazione, ma fallitogli il colpo marciò in avanti coll’esercito.

III. Compiti tre altri giorni di cammino venne alla città di Sura2 posta sopra l’Eufrate, ed appressatovisi il cavallo cominciò a nitrire ed a scalpitare il terreno, presagio certo, secondo la interpetrazione dei maghi, ch’egli giugnerebbe ad espugnarla3. Ordinatone

  1. Ora Zelebi. Questa città, le cui mura da levante sono bagnate dall’Eufrate, e che ti si presenta dopo un lungo tratto di deserto sotto alte montagne, riportò molti beneficii dall’imperatore Giustiniano (V. gli Edif., lib. ii).
  2. Surich nell’idioma orientale, e va debitrice a Giustiniano di molte restaurazioni.
  3. Che l’annitrir de’ cavalli fosse da’ Persiani tenuto anche