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LIBRO PRIMO 111

terra lontana da Martiropoli cento stadj; posevi gli accampamenti non osando procedere innanzi, ed aveva seco l’ambasciadore Ermogene, partitosi altra fiata da Bizanzio1. Accadde poi in quel mezzo cosa meritevole di narrazione.

IV. Havvi antichissima costumanza tra Romani e tra Persi di mantenere col pubblico danaro esploratori nel paese nemico, incaricati di osservare quanto vi succede per trasmetterne quindi avviso al duce loro, e la maggior parte di essi conservano fedeltà ed amore ai propri concittadini; altri per lo contrario, disleali, manifestano cui non dovrebbero le più arcane cose. Ora uno di questi recatosi da Giustiniano appalesògli tutte le trame dei barbari, e v’aggiunse che i Massageti2 erano di-

  1. V. cap. 13, §3.
  2. Bellissima è la descrizione di questo popolo fatta da Erodoto. «I Massageti, ei dice, hanno vestimento e vivere simile a quello degli Sciti. Cavalieri pugnano e pedoni, chè e nell’uno e nell’altro sono valenti. Arcieri ed astati, costumano di portare bipenni. Oro e rame usano in ogni cosa: perocchè in quanto si spetta alle aste, alla punta delle saette, ed alle bipenni non usano se non se rame: ma quanto alla testa si pertiene, ai cingoli, alle fasce delle ascelle, ornano d’oro. Similmente intorno al petto dei cavalli cingono loriche di rame; ma d’oro sono le redini, i morsi, e le bardature. Ferro ed argento non usano punto; chè di ciò non v’ha il minimo che nel paese loro. Il rame poi e l’oro v’è immenso in copia. Di tali istituti si servono. Ciascuno sposa una donna; ma di queste usano in comune, avvegnachè ciò che dicono i Greci farsi dallo Scita, non sono già gli Sciti che il fanno, bensì i Massageti. Quando il Massageta sia tocco di desiderio per una