Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/87


Libro secondo, Ode XIII. 87


Il guerrier frecce di Parto e celere
    Fuga; catene il Parto ed itala
        Virtù; ma improvvisa la Morte
        20Rapirà, qual rapito ha, le genti.

E lei da presso e di Proserpina
    Oscura i regni io vidi e il giudice
        Eaco e de’ pii le distinte
        24Sedi e Saffo lagnantesi delle

Plebee fanciulle su cetra eolia,
    E te più forte sonante all’aureo
        Plettro, o Alceo, gli affanni durati
        28Sopra il mar, nell’esilio, tra l’armi.

E l’ombre in sacro silenzio ammirano
    D’entrambi i degni canti; ma il popolo
        Più le pugne e i tiranni espulsi
        32Tutto orecchie, addossandosi, beve.

Qual meraviglia, se la centícape
    Belva a quei carmi dechina attonita
        L’atre orecchie, e ricreansi i serpi
        36Delle Eumenidi attorti alle chiome?