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Libro secondo, Ode XIII. |
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Il guerrier frecce di Parto e celere
Fuga; catene il Parto ed itala
Virtù; ma improvvisa la Morte
20Rapirà, qual rapito ha, le genti.
E lei da presso e di Proserpina
Oscura i regni io vidi e il giudice
Eaco e de’ pii le distinte
24Sedi e Saffo lagnantesi delle
Plebee fanciulle su cetra eolia,
E te più forte sonante all’aureo
Plettro, o Alceo, gli affanni durati
28Sopra il mar, nell’esilio, tra l’armi.
E l’ombre in sacro silenzio ammirano
D’entrambi i degni canti; ma il popolo
Più le pugne e i tiranni espulsi
32Tutto orecchie, addossandosi, beve.
Qual meraviglia, se la centícape
Belva a quei carmi dechina attonita
L’atre orecchie, e ricreansi i serpi
36Delle Eumenidi attorti alle chiome?