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gabriele d’annunzio 321

virtù poetiche, come Keplero» osserva il Liebig «ha potuto scoprire le tre belle leggi astronomiche distinte dal suo nome. Così, pur tenendo il debito conto delle differenze, Omero, Guglielmo Shakespeare, e lo Schiller, e il Goethe sono veramente gli eguali dei più alti esploratori della natura; perocchè la facoltà intellettuale che muove il poeta e l’artista sia la medesima da cui derivano le invenzioni e i progressi della scienza». E già il Leibnitz assai prima del Liebig aveva detto: «La scienza vuole una certa arte di divinazione senza la quale ella non potrebbe progredire».

E già oggi lo sforzo che alcuni artisti tentano, per rendere la vita interiore nella sua ricchezza e nella sua diversità, ha un valore che oltrepassa quello della pura rappresentazione estetica. L’arte, esprimendo con più forza e con più lucidità quel che la natura esprime oscuramente, rappresentando con la maggior possibile esattezza verbale i più complessi fenomeni interiori per rendere visibili i loro rapporti nascosti,