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giacinto gallina 271

simbolo come unico scopo e unico mezzo del dramma, no. Io so bene quello che il simbolo valga, in un’opera d’arte, ma sul teatro (e credo anche fuori) ci deve prima di tutto essere un fatto reale, drammatico, chiaro, che interessi il pubblico e lo avvinca. Se dietro ad esso è un significato ideale, un concetto generale, e se una parte del pubblico più acuta e intelligente ci arriva, tanto meglio. Perbacco, anche Dante fu così cortese da dare due sensi alla Divina Commedia il senso letterale e poi il senso allegorico. Il piccolo Eyolf e Sollness il costruttore sono per queste ragioni condannabili come dramma da rappresentarsi - Perché scrivete le vostre commedie in dialetto?

— In Italia manca un vero centro etnico, e il teatro, che è la riproduzione intensa della vita, è essenzialmente regionale e richiede quindi la forma dialettale. Questo per la commedia di costume, e, in un certo modo, anche per la commedia di ca-