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sariamente precedono e preludono la creazione dell’opera. Rispetto al pubblico poi che si dà il lusso di godere di queste opere, la storia ci mostra come nelle maggiori prosperità sia solo fiorita l’arte: in Grecia dopo le guerre mediche, in Roma alla fine della repubblica e al principio dell’impero, in Italia al rinascimento nel grande arricchimento delle repubbliche italiane di terra e di mare. L’arte nostra che è la più inutile e richiede la minore spesa visibile fu stimata il massimo lusso e non dette mai da vivere a chi la professò.

Petrarca aveva un canonicato, Dante scrisse le cantiche qua e là in castelli o conventi; e pensa all’Ariosto, al Poliziano, al Tasso. Dopo i poeti cortigiani, vennero quelli che vivevano di altre professioni e a tempo libero scrivevano versi. Poi vennero i poeti di nobile famiglia e nati da borghesi già ricchi Alfieri, d’Azeglio, Manzoni, ecc.). Finalmente verso il ’60 la letteratura cominciò ad essere