↑38. Ἑρμείαν (= Ἑρμῆν), ἐύσκοπον, providus: pensa a epi-scopus, a peri-scopio ecc.; ἀργειφόντην: «l’uccisor d’Argo» traduce il Monti, seguendo una falsa etim.; forse = rapido (ἀργός) messaggero (φαίνω), e tale è principalmente Mercurio, e tale lo celebra Orazio: te canam, magni Jovis et deorum nuntium; secondo altri = «che uccide con la luce»; il Festa: «l’occhiuto Argeifonte».
↑39. μή τε.... κτείνειν....: dip. da πέμψαντες che ha qui il valore del mander francese. — μνάασθαι: assimilazione. — ἄκοιτιν, da ἀ intensivo e κεῖμαι = «compagna di giaciglio».
↑40. τίσις unisci con Ἀτρείδαο: la vendetta di Atride la farà Oreste! Nota il passaggio, efficacissimo, al discorso diretto.
↑41. ἱμείρεται: congiuntivo omerico con vocale breve.
↑42. φρένας: il diaframma, il cuore — in senso largo — come sede della coscienza, e perciò, per noi, la mente (cfr. freniatria, freniatra).
↑43. πείθ(ε), senza aum. — φρονέων, senza contr.: è concessivo. — ἁθρόα: tutto in una volta, l’adulterio, l’omicidio, la trasgressione al comando divino.
↑44. ἠμείβετ(ο): pensa ai canti amebei; ἀμείβομαι è il verbo che introduce sempre le risposte in Om., e questo verso diventa una formola. — γλαυκῶπις: «dagli occhi di civetta?»; meglio, forse, «dagli occhi lucenti», chè γλαύξ si ricollega a γελάω, rido. «Pronta e con gli occhi ridenti» risponde Piccarda al desiderio di Dante.
↑45. ὕπατος è il superl. di ὑπέρ: poi sostantivato = console.
↑46. λίην = λίαν. — κεῖνος = ἐκεῖνος: con significazione di spregio. I Francesi, p. es., nella guerra mondiale, chiamavano spesso i Tedeschi «Eux», semplicemente. Nota la forza che aggiunge al pron. l’encl. γε. — ἐοικότι; da ripristinare il digamma: uniscilo con λίην.
↑47. ἄλλος, un altro, chiunque altro. — ῥέζοι (cfr. ἔργον rad. Ϝεργ da Ϝρεγ-): questo ott. è o iterativo, o potenziale; l’altro è desiderativo.
↑48-9. ἀμφί, col dat. μοί (anastrofe) è causale. — ἦτορ, cor: cfr. sanscrito hart, inglese heart, ted. herz. Nota l’affetto che splende nella parola! così Orazio chiama Virgilio: dimidium animae meae. — φίλων ἄπο: anastrofe, πήματα πάσχει: alliterazione, come sopra δαίφρονι.... δαίεται, e qui δὴ δηθὰ (jam diu).