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riposa tutto l’ingegnoso meccanismo di quelle istituzioni che, per chiamarle in qualche modo, si chiamano liberali.
C’è poi da pensare a un fatto gravissimo. Volendo applicare la legge sulla istruzione obbligatoria in tutte le province del Regno, ne viene di santa ragione che bisogna aumentare all’infinito il numero dei maestri elementari.
Ora, l'Eccellenza Vostra, sa che il maestro elementare in Italia è una specie di conte Ugolino del secolo decimonono: un conte, se vogliamo, senza contea, senza Gaddi, senza Anselmucci e senza arcivescovi Ruggeri, che gli mangino il capo di retro guasto; ma in compenso la natura, sempre burlona, gli ha regalato uno stomaco così digiuno, da divorare magaraddio anche le panche di quella scuola,
La qual per lui ha il titol della fame,
come canta, a questo proposito, il divino Alighieri.
Mettiamoci dunque una mano da quella parte del panciotto, dove i comici suppongono che stia di casa la coscienza, e ragioniamola fra noi.
In tempi di carità universale come i nostri o in mezzo a questa generazione così sensibile, filantropica e pietosa, che almanacca giorno e notte comitati e società protettrici a favore delle bestie: che difende a viso aperto il povero ladro perseguitato dalle angherie del galantuomo, e che manda i defunti piccioni a farsi cucinare