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prologo. 67

mai e poi mai, aver l’effetto di quel magico inno, nato dall’entusiasmo e non da altro, poichè l’autore, raffreddato l’ambiente, non arrivò più a tale altezza lirica, per quanto ci si provasse. E scelgo appunto il massimo esempio dell’arte educativa, perchè, quanto al resto, nessuno mi leva di capo che i giuochi si sarebbero fatti in Olimpia anche senza Pindaro, e il quarantotto sarebbe stato quello che è stato, anche senza il canto Fratelli d’Italia. L’effetto educativo di Omero, di Sofocle e di Virgilio, mi pare molto problematico, a meno che non si ficchi tra gli effetti educativi anche la stabilità che gli autori illustri danno alla grammatica di una lingua, nel qual caso il Boccaccio e il Rabelais sarebbero molto più educativi del Segneri e del Bossuet.

Nego dunque assolutamente e recisamente questa affermazione del Gnoli ― «La nostra letteratura e specialmente la nostra poesia