Pagina:Nietzsche - La Nascita della Tragedia.djvu/33


prefazione del traduttore xxxvii


meccanicamente congegnate l’una con l’altra, è il Meister del Goethe. Dunque, una volta che nell’atto lirico creativo l’uomo individuo rimane completamente assorbito, abnegato, e chi crea è il puro artista, è il poeta del suono, del colore, del marmo e così via, è chiaro, che il vero autore della creazione artistica è lo spirito lirico universale, il quale esprime quello che deve esprimere, e lo esprime per mezzo dello spirito individuale del poeta tale o del poeta tal altro. Dante, Beethoven, Fidia, tutti i veri poeti dall’Oriente all’Occidente sono nelle rispettive opere i portavoce dello spirito lirico di tutti gli uomini morti, viventi e nascituri, dello spirito lirico universale ed eterno: altrimenti, come mai parlerebbero all’anima degli uomini di tutti i paesi e di tutti i tempi? È, così, implicitamente definito il criterio del vero gusto e del giudizio nella critica d’arte: l’io lirico del tal poeta è veramente l’io lirico universale? vale a dire: l’opera che ci è davanti è davvero l’espressione di un puro sentimento, di un puro fantasma, di un puro momento lirico, ovvero è infetta da commistioni, inconscie o surrettizie, raccattate dagli altri campi dell’attività spirituale? L’opera della critica consiste appunto nel rivivere il momento lirico, del poeta, nel rifiutarne il prodotto se è spurio, e, se vi è luogo a sceveramento, nel discriminare i membri puri dagl’impuri.

Talché, anche per via indiretta, rimane dimostrato il perché, creando la scienza estetica, il Croce si sia trovato di dover riprendere dal fondo