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canto al fiume Laus, e propriamente nella odierna Orso-Marso situar vorrebbero questa città, seguendo l’opinione del Cluverio (Ital. antiq. l. IV, c. 15).

Nelle tavole inedite del Carelli, insigne lavoro per l’epoca in cui furono eseguite, ma insufficiente allo stato attuale della scienza, sonovi altre simili monete da riferirsi del pari ad Ursentum, e con la medesima rappresentanza nel rovescio della figura muliebre che ha in una mano la teda; la quale se è da reputarsi Cerere, come nelle monete di Metaponto (avellino, Opusc. tom. II, p. 88), potrebbe pel significato del verbo ὅρσω credersi in relazione col nome del popolo.

NEAPOLIS in CAMPANIA.


T. di Pallade galeata a d.

Rov. Ruota a quattro raggi e quattro globetti, arg. 1, tav. III. n. 2, 3.

La ruota a quattro raggi rappresenta un astro, e forse il sidus Minervae di Virgilio (Æneid. l. XI, v. 260 ), che da Servio è creduto l’ariete, e da Solino arturo; sebbene i più recenti commentatori di Virgilio, tra’ quali il Pontano (Simbol. l. XVI, p. 2123), non intendano farsi menzione in questo luogo di alcuna particolare costellazione. In varie picciole monete di Taranto la galea di Pallade è ornata di stelle, le quali sono della stessa forma che ne’ vasi, cioè a simiglianza di fiori, secondo l’osservazione del ch. Gherard; una stella orna la stessa galea nelle monete de’ Rubastini (avellino, Ru-

    Bellissimo è quello del Museo Santangelo, dove l’epigrafe intera non dà luogo a dubitarne.

    Anche ai Frentani crede erroneamente date quelle con leggenda osca o sannitica FRENTREI ret., e le attribuisce a Ferentum, parceque nous n’avons pas d’exemple qu’aucun des divers peuples de cette partie de l’Italie ait fait frapper des monnaies en leur nom collectif, a l’époque à la quelle celles-ci doivent être rapportées (o. c. p. 181). È da sapersi, che in un conservatissimo esemplare della moneta di Larino, nella stessa regione, pubblicata dal ch. Avellino (Opusc. tom. III, p. 92, tav. VII, n. 2), esistente presso il sig. Milano, leggesi LADINEI in luogo di LADINE..., che con alquanta incertezza nell’ultima lettera vedeasi nella medaglia dell’illustre editore.