Pagina:Monete e medaglie degli Spinola.djvu/99


77

di Tassarolo, che son valutate soldi dieci e denari dieci di Genova.

La grida del 9 agosto 1630 dà alle doppie di Tassarolo il valore di lire 12. 12 di Genova. L’altra del 2 marzo 1632 fa il ducatone di Tassarolo uguale a quello di Savoia, Lucca, Parma, Piacenza, Milano, Mantova, Modena e Venezia, e di due denari minore del genovino e del fiorentino, che si computa L. 4 e soldi 18. La doppia d’oro dicesi eguale a quella del Duca reggente di Piacenza e del Principe di Massa, corrispondente a lire di Genova 12 e soldi 14; minore di quella di Savoia, Milano, Mantova, Modena, Parma, e dei duchi morti di Piacenza, che valea lire dodici e diciassette; della romana, che rispondeva a lire 13; e di quella di Genova, Spagna, Firenze, Venezia, Napoli maggiori di sei soldi delle precedenti.

Nelle gride pubblicate in seguito non vi è motto delle monete della zecca di Tassarolo, e solo nelle Notizie sulla battitura dei luigini lette al Magistrato delle Monete della Repubblica il 29 settembre 16671 si afferma: che nel 1663 cominciaronsi a battere tali monete in Tassarolo, ed una quantità di esse fu spedita in Smirne ad un Valentino Berti. E di costui narrasi che volendo fare un pagamento fu scoperto, ed accusato alla giustizia, che accorsa subito sul luogo, ne arrestò, e confiscò per pezzi 2000 circa, ed il Berti dovette fuggire.

Nei bandi della Real Casa di Savoia in materia di monete, assai spesso si danno ordini per quelle di Tassarolo, io ricorderò che il 10 ottobre 1607 l’Auditore Gian

  1. È pubblicata nel mio volume Monete, Medaglie e Sigilli dei Principi Doria, pag. 83.