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Simiana, marchese di Pianezza, generale al servizio di Savoia, il quale ottenne da Clemente X con breve delli 37 agosto 1673 che il feudo di Montafia, che già aveva il titolo marchionale, fosse eretto in principato, colla prerogativa di poter conoscere in terza instanza le cause civili e criminali, col diritto di grazia e morte, ac tam aureas quam argenteas et cuiusvis alterius solitae materiae monetas suo nomine principis, alias tamen sub imagine, insigniis et auspiciis dictae sedis apostolicae . . . . . cudi facere (Documento IV).
Quantunque il nuovo principe avesse a Roma chiesto ed ottenuto il privilegio della zecca, tuttavia nessun indizio sinora scoprii per poter solamente sospettare che abbia di tal diritto usato, e causa di ciò è probabile che sin stato il trovarsi alla corte di Savoia molto dal duca amato cd uno dei principali suoi consiglieri, per il che conosceva come una nuova zecca nel Piemonte non poteva che dispiacergli per timore del danno che ne sarebbe potuto ridondare a’ suoi sudditi, il che appunto giornalmente accadeva per quelle di alcuni signorotti, coi quali perciò si erano aperte trattative per ottenerne la chiusura, oppure perchè datosi alla vita ascetica, e ritiratosi nella casa della missione in Torino, più non badasse alle cose mondane; fatto sta che nessuno conobbe monete col suo nome essere mai esistite.
Morto egli presso i detti padri li due giugno 1677, suo figliuolo ed erede Carlo di Simiana, essendo in disgrazia della corte, era passato al servizio di Francia, e non rientrò che sul finire del 1680 in Piemonte dove ottenne alti impieghi; ma due anni dopo, venuto in sospetto alla duchessa madre e reggente che avesse consigliato il giovane Vittorio Amedeo II di non sposare un’infante di Portogallo, pel quale matrimonio questi avrebbe dovuto stabilirsi a Lisbona, venne rinchiuso nella fortezza di Mommegliano e vi stette sino al novembre del 1686, indi rilegato nel suo castello di Pianezza sino all’apertura della guerra contro Francia nel 1690, alla quale prese parte sino alla pace. Dal 1697 adunque rimase tranquillo in seno alla Famiglia sino al 1702, nel qual anno ricominciata la guerra, servì sino alla morte che lo sorprese in Torino li 6 settembre 1706, cioè il giorno prima che la cittì venisse liberata dall’assedio messovi dai Francesi.
La ragione di stato per parte dei nostri Sovrani, e la vita