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E poi quei buoni signori del Buon Governo pretendevano che i cittadini mangiassero di magro i venerdì e le vigilie! E con quei preti, i quali, quando non erano scostumati, esercitavano piamente il mestiere di spia, si pretendeva che tutta una generazione, che aveva visto la rivoluzione, la repubblica, l’impero e il papa in prigione, s’inginocchiasse dinanzi al parroco!

Anche il rettore dell’Università di Pisa si lamentava verso quel tempo, che gli scolari non fossero pii e religiosi come un branco di gesuitanti. „Sono riscaldati per la libertà — scriveva alla presidenza del Buon Governo — e seguono le idee costituzionali del Filangieri; si modellano sulla vita dell’Alfieri e sull’opera del Principe del medesimo. Se incontrano l’attuale nostro sovrano, debbono evitarlo, se possono; e in ogni modo non debbono guardarlo: come non debbono passare davanti il palazzo regio. Non debbono andare alla messa: Dio non esiste per loro, nè l’anima è spirituale ed immortale; o son queste parole vuote di senso:„ Aggiungeva come molti di quei giovani fossero riuniti in Società segreta dal titolo: Gl’interpreti di Dante. Ma procedutosi ad una inchiesta, la Società segreta apparve un sogno del rettore. C’erano fra quei giovani quattro o cinque anime imbevute d’idee liberali, qualcuna, forse, di massime volterriane: ma di cospiratori, fra quei filosofi di vent’anni, nemmeno l’ombra.