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città faceva i più gustosi commenti sul bigottismo del conte Penfft-Pilsach, ministro austriaco, e della sua signora. Si narrava come avendo preso i medesimi in affitto un quartiere già abitato da una famiglia protestante, prima di prenderne possesso, lo avessero fatto benedire. Scevra di siffatta tabe, era all’incontro la signora d’un altro ministro austriaco, la baronessa R......y, la quale per le sue avventure galanti, più numerose e più celebri delle note diplomatiche del marito, fornì larga materia alla cronaca mondana del tempo. Bella, spiritosa, contrariamente alle consuetudini del suo paese, non amava i romanzi sentimentali, gli amori eterni, indimenticabili, che si compendiano nella vecchia ma appassionata frase: una capanna ed il tuo cuore, oppure in quell’avverbio che ha il suo domicilio nel cuore e sulle labbra degli innamorati novellini: sempre. Amava volare di cavaliere in cavaliere, come ape di fiore in fiore; e più che l’elegia o il madrigale piaceva alla bella signora recitare il dramma dalla tinta boccaccesca. Ed è un’avventura che avrebbe fatto andare in brodo di giuggiole le donne che messer Giovanni Boccaccio immaginò che sulle sponde dell’Affrico, sotto la grata ombria dei pini e degli olivi, raccontassero le novelle del suo Decameron, quella che capitò alla baronessa R........y, nel 1841, ad una festa da ballo data dalla contessa Eleonora Nencini (la divina Suonatrice d’arpa amata trent’anni prima da Ugo Foscolo) nel suo storico palazzo di via San Gallo, quel palazzo che
„ A lei, futura abitatrice d’Arno, |
Quella sera, dunque, la bella e capricciosa contessa, con grandissimo dispetto del suo amante in titolo, il nobile giovine Marco M.....i, uno dei ganimedi della Firenze galante di quel tempo, aveva accettato con visibile compiacimento gli omaggi che graziosamente ai suoi piedi deponeva il conte Z...i. Le eleganti sale del palazzo Pandolfini erano affollate; le più belle dame di Firenze facevano ivi mo-