ze di esse a Roma si è portato col favorito suo Giammaria Falconetto; che da questo fece costruire la loggia, con tutta ragione lodatissima, qui mentovata, col vago edifizio aggiuntovi; e che nelle opere di Vitruvio e di Leonbatista Alberti fece profondo studio per apprendere la teoria del bene ed ornatamente fabbricare. Quanto grande riputazione godesse per le fabbriche da se ordinate, Francesco Marcolini lo dà a vedere nella dedicazione a lui fatta l’anno 1544 del quarto libro dell'Architettura del Serlio, scrivendo così: A lei sola si conviene il nome di esecutrice di vera architettura: e ne fan fede gli stupendi edificii ordinati dal sopra umano intelletto suo. E se un gentiluomo, o altro privato vuol sapere come si fabbrica nella città, venghi a Casa Cornara in Padova, dove vedrà come si dee fare non pure una loggia superba, ma il resto dell’altre sontuosissime e accomodate fabbriche. Se vuol ornare un giardino, tolga il modello dal suo, che, acciocchè nulla gli manchi, gli avete saputo accomodare sotto la vostra abitazione, traversando la via comune sotto terra, vinti passi di strada, tutta lavorata di opera rustica. Se vuol edificare in villa, vadi a vedere a Codevigo e a Campagna e negli altri luoghi le architetture fatte fare dalla grandezza dell’animo vostro. Chi vuol fare un palazzo da Principe pur fuori della terra, vadi a Luvigiano, dove contemplerà uno albergo degno di esser abitato da un Pontefice, o da un Imperatore, non che da ogni altro Prelato o Signore, ordinato dal sapere di V. S. che sa ciò che si può sapere in questo e nel resto delle operazioni umane. E Pierio Valeriano ancora dedicandogli il libro quarantesimo nono de’ Geroglifici, diceva: Hoc de lapide & fabricis nonnullis tibi deberi existimavi, quando hodie nemo privatorum hominum fabricæ