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della chiesa cattedrale di benevento 403

dosi quanto profusero i Duchi e i Principi longobardi in opere di questo genere. Questa rozza costruzione frammentaria ricorda troppo le miserie della chiesa dei primi tempi. Per la qual cosa io stimo che essa debba appartenersi o alla chiesa primitiva o a quella consacrata dal Vescovo Davide nel 600.

Come abbiam veduto1, Sicone, tra gli anni 820 e 839, ampliò e mutò di forma la chiesa. La qual cosa pare che concordi con quanto ho già detto, imperocchè egli avrebbe trasformata e ampliata la molto modesta basilica di Davide. E abbiamo pur visto che per consiglio di Landolfo della Greca la chiesa fu allungata. Ora, pria di scendere allo esame dell’opera che debba riferirsi all’uno e all’altro di quest’ultimi, è necessario far conoscere lo stato presente del tempio e le trasformazioni subite nelle varie epoche.

Il tempio attuale (Tav. LV) ha cinque navi, non tre come per errore asserisce il Salazaro2, la maggiore A e quattro minori B, C, D, E, due per ogni lato della prima; ma un tempo avea soltanto le tre navi A, B, C. La dimostrazione è facile. Al presente sull’alto delle pareti longitudinali della nave maggiore, come apparisce dalla veduta dell’interno (Tav. LVI) in corrispondenza di ciascuna arcata esistono i quadri ovali e tondi avvicendatamente, messivi, come vedemmo3, sotto l’Arcivescovo Landi. Essi nascondono le antiche finestre della nave maggiore, secondo è rappresentato nella Tav. LVII, le quali, osservate alle spalle dai soffitti delle navi laterali, vedonsi ancora intatte. Guardando lo spaccato trasversale della chiesa attuale (Tav. LVIII), si vede che queste finestre e hanno il davanzale f h così basso, che immaginando discendere da esso l’inclinata h i del piovente del tetto, questo non potrebbe coprire che una sola nave per lato, cioè le sole navi B, C, restando l’orlo i della grondaia sottoposto al soffitto delle navi attuali. Per la qual cosa, allorchè furono aggiunte le altre due navi estreme D, E, si ebbe bisogno di murare quelle finestre per portare i tetti p q, r s al di sopra di esse.

  1. A pag. 396 e 397.
  2. Studii sui Monumenti dell’Italia Meridionale dal IV al XIII secolo, Napoli MDCCCLXXI, pag. 69.
  3. Pag. 401.