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356 del teatro antico


Per la qual cosa s’inganna il Selvatico1, ripetendo l’errore di qualche nostro scrittore locale, che questo edifizio (secondo ho fatto notare di sopra a pag. 341, egli lo ritiene per anfiteatro) sia stato edificato e condotto ad ultimo finimento durante il dominio dei tre imperatori Pupieno, Balbino e Gordiano.

Questo monumento ha subìto la medesima sventura di tutti gli altri: il bisogno di innalzare in breve ora le mura della città per opporsi alle orde barbariche, la comodità di ritrarre con poca spesa il materiale necessario per la costruzione di ponti e di edifizii sacri, l’ingordigia dei prossimi fornaciari per ottenerne pietrame da calce, hanno fatto rovinare questo edifizio, il quale per la sua straordinaria solidità avrebbe sfidato i secoli. Con tutto ciò, come dissi, ne avanza ancora tanto da farlo ritenere un monumento degno di alta considerazione. Per la qual cosa rinnovo i voti che lo Stato e il Comune facciano a gara per rimetterne in luce almeno tutto il pianterreno, per il maggior decoro di questa illustre città e per l’interesse degli studii sulle antichità.

  1. Op. cit. parte I. pag. 363 — Aggiunte e Rettificazioni.