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i santi quaranta 335

Vitruvio segna per primo l’opus reticulatum, il quale, ei dice, si usava allora da tutti1. In tal caso si era obbligati di mettere alle cantonate delle mura delle pietre quadrangolari dell’altezza corrispondente alla diagonale dei quadrucci del reticolato, non potendo ripiegare questi sullo spigolo estremo2. Però avverte Canina3: «Nel tempo in cui la potenza dei Romani era giunta a molta grandezza, e principalmente sotto il governo di Traiano e di Adriano, rendendosi il meteriale laterizio cotto assai comune, si fece frequentemente uso di questo per collegare l’opera reticolata nelle svoltate ed estremità delle pareti e nelle arcuazioni, invece della pietra tagliata a forma di mattoni, come si praticava negli ultimi anni della repubblica e nel principio dell’impero, e come si è poc’anzi osservato. Ma, onde collegare meglio l’opera reticolata colla laterizia, si praticò comunemente di frapporre ad ogni nove in undici ordini di quadrelli del reticolato circa cinque in sette strati orizzontali di materiale laterizio, dal che ne nacque una bella specie di costruzione reticolata mista con la laterizia, e nei monumenti eretti in tale epoca in Roma, e specialmente in Tivoli nella vastissima villa di Adriano, se ne ammirano molti ben ordinati esempii».

Ora, essendo il genere di muratura adoperato nel nostro monumento affatto identico a questo descritto da Canina ed assegnato all’epoca di Traiano e di Adriano, e prendendo a guida una notizia così preziosa di scrittore tanto accurato nello studio degli antichi monumenti, devesi ritenere che l’edifizio del quale ci stiamo occupando non possa rimontare al massimo che a qualche predecessore di Traiano, e che le aggiunzioni, gli ampliamenti ed i restauri non possano essere avvenuti che sotto l’impero dei sudetti due principi. E ne conforta in questa opinione il pensare che questi furono larghi di opere pubbliche nelle nostre contrade, segnatamente intorno Benevento, e che il primo in particolar modo provvide sempre e con paterne cure all’annona ed ai commerci4. Del resto, nel silenzio della storia e nella

  1. Op. cit. lib. 2. pag. 39.
  2. Canina, op. cit. tom. 8. pag. 117.
  3. Op. cit. tom. 8. pag. 128.
  4. Vedi a pag. 78 di quest’opera.