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i santi quaranta | 333 |
stro edifizio dei Santi Quaranta è denominata Cellarulo, la quale denominazione a me sembra una immediata derivazione dal cellarium. Ed è molto antica, trovandosi registrata in un documento delle regalie[1] acquistate dalla S. Sede nel secolo XI in Benevento, documento estratto dall’archivio Apostolico Vaticano[2], e riportato da Borgia[3] con la intestazione: Proprietas que (sic) remansit curie (sic) de regalibus Beneventi. Ivi si nominano: Iscla[4] de Cellarulo cum posta[5]; e poi vineam de Cellarulo. E Borgia afferma[6] appunto che la contrada Cellarulo sia proprio questa vicino i Santi Quaranta.
Non è mancato chi ha voluto trarre l’etimologia di Cellarulo da cento celle per uso di bagni esistenti in quella contrada; ma essa non è affatto giustificata. I bagni in Benevento esistevano dove ancor oggi dicesi (nell’interno della presente città, quasi sul Calore) Cortile dei Bagni, Vico dei Bagni, almeno secondo è tradizione, perchè uno studio sull’oggetto io non ho potuto ancora praticare; altri, come vedemmo[7], stavano tra le proprietà Palmieri e Cardona Oliva tra S. Filippo e la Chiesa di S. Cristiano; ove nei passati tempi era una chiesa, che chiamavasi S. Bartolomeo in thermis[8]. Siccome questi edifizii dei bagni ebbero sviluppo maggiore sotto i romani, e la parte di Benevento da loro o sotto di loro costruita fu quella da S. Lorenzo a Port’Arsa a venir su, così io stimo che nella porzione più antica da S. Lorenzo a Cellarulo non sieno esistiti bagni pubblici. Penso che dovettero trarre in inganno, e lasciar credere che fossero celle di bagni, tutte le stanze delle antiche case private che colà presso venivano
- ↑ Eran dette regalie i beni pubblici appartenenti al Principe, poi passati e devoluti alla sede Apostolica (Borgia op. cit. tom. II. pag. 265).
- ↑ Pag. 134.
- ↑ Tom. op. cit. tom. II. pag. 265 e 266
- ↑ Dicesi ancora al presente in Benevento Isca un terreno coltivabile in vicinanza dei fiumi.
- ↑ Posta era detto un sito presso l’isca, ove poteasi pescare. Vedi Borgia, op. cit. tom. II. pag. 270.
- ↑ Luogo ultimo citato.
- ↑ Pag. 286.
- ↑ Manoscritto citato di Alfonso de Biasio e l’altro sulle antiche chiese di Benevento.