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due figure di camilli, in parrucca e tunica manicata, reggenti con l’antibraccio sinistro uno scudo e con la destra mano una lancia astata. Seguono altri due personaggi vestiti alla maniera stessa dei due precedenti e trattenenti, l’uno con la destra mano e l’altro con la sinistra rispettivamente da ambo i lati, un ricco candelabro con le fiamme divampanti sull’alto.

Questi quadri, secondo me, han relazione pure ai sacrifizii ed ai voti pubblici, e di vero, come nei quadri dei varii voti di Traiano dell’arco di Costantino1, nel quale tanto quel Principe che i personaggi del seguito portano una lunga lancia astata, così pure i personaggi dei nostri quadri la portano. Di più quel candelabro fiammante sulla cima, riccamente ornato, era un istrumento dei sacrifizii. E stimo che quei due oggetti simili a ba-

Fig. 3

laustri sieno pur essi due vasi simbolici, cioè due prefericuli, praefericula, che eran di bronzo, e servivano per il vino delle libazioni. Anzi, secondo ne dice Festo, il prefericolo era proprio così fatto, senza manico ed aperto alla sommità come un piatto: «Praefericulum vas aeneum sine ansa appellatur, patens summum ut pelvis, quo ad sacrificia utebantur in sacrario Opis consivae2.» E di questa specie neppur ne aveva veduti il Mont-

  1. Vedi pag. 179 di quest’opera.
  2. Montfauçon, op. cit. Tom. II. pag. 140.