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Lazzaro, dell’Ordine civile di Savoia, socio ordinario della Reale Accademia delle scienze, membro della deputazione sopra gli studii di storia patria, e Consigliere di Legazione.

L’ingegno ed il merito letterario di questo dotto ed elegante scrittore son noti a tutta Italia ed oltr’Alpi. Citeremo solo qui l’applaudita sua opera della Colonia dei Genovesi in Galata, vol. II in 8° stampata in Torino nel 1832, e l’altra non meno commendevole sulla condizione degli studii nella monarchia di Savoia sino all’età di Emmanuele Filiberto. Torino 1843 1.

  1. Il Conte Sauli Ludovico studiò il latino e la filosofia in Ceva, ove fu volontario nell’ufficio della sottoprefettura, che vi fu instituita nel 1805 e lavorò per alcuni anni sotto Thedenat du Vert. Attese a gravi studi letterari nella Biblioteca dell’Università Torinese sotto la guida del Barone Vernazza: fu Bibliotecario per pochi mesi degli Archivi di Corte. Oltre le succitate opere stampò Lezioni, molto lodate, del Cavaliere errante Romanzo di Tommaso III Marchese di Saluzzo. Un lungo articolo nell’Antologia sulle notizie del Cav. Antonio Baratta intorno a Costantinopoli nel 1831. Un altro lunghissimo parimenti nell’Antologia di Firenze intorno alla Storia delle relazioni vicendevoli dell’Europa e dell’Asia dalla decadenza di Roma sino alla distruzione del califfato, del Conte G. B. Baldelli Boni, e sopra il Milione di Marco Polo in aprile 1829. Nello stesso periodico, ai 7 luglio 1830, un articolo necrologico del Conte Giovanni Francesco Napione. Nella Gazzetta Piemontese dei 20 dicembre 1838 stampò una necrologia del Cav. Luigi Andrioli, ove delineò il quadro della condizione letteraria del Piemonte durante il dominio francese, un’altra del Cav. Luigi Provana del Sabbione, ed una terza del Conte Coriolano Malingri di Bagnolo. Molti altri articoli stampò in vari giornali letterari e principalmente di Verona. Molto commendevole è quello che scrisse sulla Storia arcana di Marco Foscarini nella Rivista Europea del 30 novembre 1845. La novella intitolata Il Castello delle Mollere, quantunque anonima, gli procurò qualche dispiacere ma non meritato. Tutte queste opere dimostrano una mente vasta e fervida, uno spirito retto unito a grande sincerità.