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mostrargli il suo gradimento, lo ricevette nel numero dei suoi ciambellani li 23 aprile 1803. Fece pure la campagna del 1813 in cui per le nuove prove di suo valore venne fregiato dell’insegna d’uno degli ordini austriaci. Rientrato nel 1817 al servizio del Re di Sardegna, morì col grado di colonnello de’ cacciatori di Savoia.
Lasciò morendo sei figli che furono dalla madre vedova guidati sulla via dell’onore.
Non pochi cittadini di Ceva si distinsero nelle guerre di Napoleone, e conseguirono gradi onorifici, come si mostrarono intrepidi guerrieri sui campi di Lombardia, e nella rimota Crimea.
Nulla detraendo al merito singolare di ciascheduno dei passati o dei presenti militari Cevesi, si deve qui far particolare menzione di due nomi che in modo particolare meritano d’essere registrati nei fasti cebani.
Il primo si è il Marchese Augusto Ceva di Nuceto 1 capitano di Vascello, il quale si coperse di gloria pel fatto seguente, narrato dalla Gazzetta Piemontese delli 16 giugno 1855, n° 147 e che merita d’essere qui fedelmente riportato.
« Rada di Balaclava, 1 giugno 1855.
(Da Bordo del Carlo Alberto).
Il Comandante della Divisione navale sarda in un suo rapporto sotto quella data, rende conto d’un fatto molto onorevole per la regia marineria, e che accrescerà la fama di cui già gode presso le altre nazioni.
La notte del 31 p. p. maggio alle ore 1½ antimeridiane trovandosi questa R. Pirofregata alla fonda, nella rada di Balaclava, ove erano pure ancorati vari trasporti e piroscafi inglesi; l’ufficiale di guardia intese colpi ripetuti di campana di qualcuno dei bastimenti in rada. Egli spedì tosto un’imbarcazione per saper il motivo dell’insolito rintocco, e vennegli riferito partire dal piroscafo inglese Manilla per
- ↑ Figlio del predetto M. Amedeo Cosimo.