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6 memorie

Conte Giammaria Mazzucchelli in Venezia per mezzo de’ torchi di Giambattista Pasquali l’anno 1747 in 4.°, ma nell’originale latino si contengono alcune vite di più di quelle che sono alla luce1. Leonardo Bruni d’Arezzo Segretario della Repubblica Fiorentina, e famoso letterato del XV. secolo scrisse parimente in volgare idioma la vita del nostro maggior Poeta insieme con quella del Petrarca, essendogli sembrato che il Boccaccio nell’altra sua molte cose avesse passate sotto silenzio, le quali era necessario che si sapessero. Di questa di Dante fece parola Lodovico Dolce2 e già di essa si era prevalso senza citarla Cristofano Landino in quella, che pose avanti al suo comento sopra la Divina Commedia. Venne poi alla luce con quella del Petrarca in Perugia presso gli eredi di Sebastiano Zecchini nel 1671 in 12.° per opera del nostro Gio. Cirielli benemerito della storia letteraria Fiorentina3 ed un anno dopo parimente in 12.° le pubblicò ambedue all’insegna della stella il rinomato Francesco Redi sopra un antico testo a penna di sua proprietà. Bisogna poi confessare che la vita di Dante scritta da Leonardo Aretino è più abbondante di storiche notizie di quella composta dal Boccaccio, onde la prima fu avvedutamente ristampata nel 1727 dai Volpi nella loro edizione di Padova della Commedia di Dante, e dal Pasquali stampator Veneto in quella

  1. Di quest’opera parla lungamente l’Abate Mehus nella prefazione alle lettere del Traversari (pag. CXXII. e seg.) ed a pag. CXXVI. e CXXVII. riferisce i nomi di coloro, de’ quali Filippo Villani ha trattato nel secondo libro di essa, lo che dà luogo di vedere quanto dall’originale differisca il volgarizzamento. Non mi è poi riuscito di sapere se altrove n’esista qualche altro testo, benchè vi sia notizia che alcuno ve n’è stato.
  2. Nella vita che scrisse di Dante, e che pose in fronte all’edizione fatta in Venezia nel 1555. in 12.° della Commedia.
  3. Egli aveva intrapresa un’opera molto vasta, e superiore alle sue forze sopra gli scrittori Fiorentini, la quale scritta di suo pugno si conserva nella libreria Magliabechiana, ove passarono ancora i vari tomi de’ supplementi fattivi dal Canonico Biscioni. Dell’opera del Cinelli dopo molti altri parla il Mehus nella citata prefazione (p. CXLIV.) ed io di più ne dirò nella biblioteca Fiorentina, se avrò il comodo di darle l’ultima mano.