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la provvidenza nella storia. 15

no1. Quanto ai fatti nuovi succeduti lungo la barbarie e il medio evo, vero è che furono narrati per lo più senza quasi niuna filosofia; e che la storia fu ridotta a quelle narrazioni pure, che nemmeno allora non s’ardirono chiamare storie, ma per pudore chiamaronsi annali o cronache; quegli annali o cronache, che tra le poche virtù forse troppo ammirate a’ dì nostri hanno tanti vizi storici, da mostrare qual diventi la storia quando si separa da essa ogni contemplazione delle cause. — Ma siffatta separazione poi è così innaturale ed alla storia ed alla filosofia ed a tutto l’ingegno umano, che uscito questo appena da quelle oscurità verso la metà del secolo XI (e per opera, come vedremo, tutta della Chiesa Cristiana, quasi tutta della Romana in particolare), subito risorse la filosofia storica, la scienza delle vie della Provvidenza nelle azioni umane, prima forse che qualunque altra scienza. E risorse, dico, nella pratica e negli scritti; nella pratica, di quelle frequenti riunioni or pacifiche e legislative, or diplomatiche, or guerriere, di tutta la Cristianità, le quali, vituperate e derise già, or s’incominciano, in parte imitandole, a capire; e negli scritti poi, di que’ rozzi ma forti e retti scolastici, i quali da mezzo il secolo XI a tutto il XIII terminano compendiati ed immortalati in san Tommaso ed in Dante. I passi di filosofia storica che si trovano principalmente nell’ultimo (quando ei s’innalzò oltre alle preoccupazioni di parte) sono tali, da far vergogna a parecchi de’ vantati filosofi storici che seguirono2. Vero è che questa filosofia storica, indubitabilmente esistente nella pratica e negli scritti di que’ secoli, v’esistette recondita, non professata, non ridotta nè a trattati speciali, nè a storie bene e filosoficamente scritte. La virtù, la scienza stessa v’erano; la for-

  1. Ancora al fine del secolo XIII, e ritrovati già parecchi classici antichi, Giovan Villani pone fra essi Paolo Orosio, e se n’ispira egli a dettare la propria storia. (Giovanni Villani, Rerum Italicarum, tomo XIII, pag. 367.)
  2. Vedi lo scopo della politica e della civiltà nei libro della Monarchia, pag. vii-ix, ed. Zatta. — La Soprannaturalità del Cristianesimo, Par. XXIV, pensiero preso del resto nel citato libro di sant’Agostino, XXI,7; XXII, 5. — Gli antichi destini di Roma in molti luoghi della Monarchia ed Inf. II, 22. — I destini, l’intiera filosofia della storia d’Italia, Purg. VI, 113. — Il sunto della storia di Firenze che si potrebbe dire di tutta la storia d’Italia, Purg. VI, 145 e seg. — Oltre i numerosi passi sulla importanza politica de’ costumi, sull’aristocrazia e la democrazia ecc. ecc.