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pure tutti i molini espressivi, le barche che sollevan pesi, ed altre meccaniche. E qui cade in acconcio di osservare che il Bianchini, che tali figure credè e disse del Valturio, viene poi senza saperlo nella opinione ch’esse siano veramente di Francesco di Giorgio, ed ecco le sue parole1: «Prima d’ogni altra cosa si deve avvertire, che queste figure di catapulte, baliste e simili macchine militari scolpite ne’ bassi rilievi del palazzo di Urbino si ritrovano appresso Lipsio che afferma essere state ricopiate da un manoscritto antico della libreria di quei Duchi, che passò nella Reale di Savoia». Ora, il manoscritto accennato da Lipsio è quello appunto che conservasi in Torino nella privata biblioteca del Re, ed ha il nome dell’autor nostro, ed io lo descrivo nel Calalogo de’ codici, al N.° V.

Altre di queste macchine mancano presso il Valturio, mancano pure nel Codice regio, ed allora trovansi nel Codice membranaceo Saluzziano2.

Parmi ora provato abbastanza che le macchine militari del fregio di Urbino siano di Francesco di Giorgio, e non del Valturio: e ciò sia detto senza colpa del Bianchini, non conoscendosi allora i codici dell’architetto sanese ed essendo dippiù tuttora ignoti affatto i due codici torinesi dai quali attinsi queste notizie3.

Dell’epoca del fregio deve anche essere il Liber de architectura, copia antica del quale è il Codice regio torinese, dall’autore diretto con lunga prefazione o dedica a Federico Duca, e presentatogli per conseguenza dal 1474 al 1482.

  1. Descrizione delle Sculture del Palazzo d’Urbino, cap. 12.
  2. Tali sono le figure 1, 3, 4, 5, 10, 12, 14, 22, 30, 37, 40, 48, 49, 50, 53, 54, 57, 58, 60, 61, 62, 68, 69, 71 e 72, le quali trovansi in questo codice disegnate colla più minuta esattezza. Gli scrittori che al Valturio attribuirono quei bassirilievi non altro fecero che seguire il Bianchini senza esame. Per figura, il Muccioli nella Biblioteca Malatestiana, vol. II, il Battarra nella Raccolta milanese pel 1757, seguito dal Tiraboschi, il Venturi a pag. 43 della Memoria sulle artiglierie.
  3. Con miglior ragione potrebbesi apporre al dotto Prelato di non aver sempre spiegate bene le rappresentanze di quei bassirilievi. Per figura, la tavola 53.a contiene sotto l’odometro due navi dall’albero delle quali si abbassano ponti, ed egli (capo 15.°) le riferisce ad uso odometrico: nella tavola 20 è effigiata una bombarda sul suo letto, presso alla quale stanno, mal disegnate, due code a vite quali allora usavano, che egli (capo 19) scambia per una terebra da trapanar muraglie.