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240 | trattato |
oblunghi è da sapere che antica consuetudine (e per li moderni osservata e confermata) è che il tempio oblungo debba esser ver l’oriente in quella parte ch’è opposta alla principale porta, sicchè essa porta sia volta verso ponente: e generalmente tutti gli altari e luoghi di simulacri principali devono essere volti verso levante, ovvero il simulacro volto verso occidente alla opposita parte degli uomini oranti: e la cagione è sola questa, perchè avvenga che Dio sia in ogni luogo tutto, e in ogni luogo operi e sostenga le cose create, mediate, e senza mezzo nell’essere, nientedimeno se in alcuna plaga massimamente dobbiamo estimare Egli essere, questa è la plaga d’oriente, perchè in questa massimamente opera e si dimostra la virtù motiva, come afferma Aristotile in quello De Coelo et Mundo, e per questo esso nel suo libro mostra il lato destro essere del cielo l’oriente, perchè da quello comincia il moto procedente da quel primo motore il quale è fonte d’ogni vita e perfezione, a cui laude e gloria queste norme siano dichiarate. E se per necessità del luogo non si potesse voltare ad oriente, ingegnisi e sforzisi l’architetto di accostarsi a quella plaga più che è possibile, e più presto declinare a mezzogiorno che a settentrione: e quando fusse necessità volgere l’altare verso occidente, sia fatto l’altare nel quale il sacerdote venga a voltare la faccia verso gli astanti1.
Benchè li candelieri non siano parte del tempio ma accidentale ornamento, non è però superfluo, senza dichiarare per parole gli ornamenti loro, ponere diverse figure del disegno e forme di essi, delle quali ciascuno potrà eleggere quello che meglio piacesse2.
Similmente dei templi dei fedeli cristiani sono i campanili parte necessaria per convocare gli assenti al culto divino, benchè accidentale ed estrinseca; nientedimeno sono a grande ornato di quelli. E circa alla notizia di essi così contigui al tempio, mi pare siano sufficienti le figure senza altra dichiarazione di discorso. A quelle adunque si av-
- ↑ Tali sono tre altari nella mirabile chiesa di S. Pietro fuori le mura di Toscanella, edificata nell’undecimo secolo.
- ↑ De’ candelieri parlano diffusamente l’Alberti al lib. VII cap. 13, il Filarete al libro XV, e Bonaccorso Ghiberti ai f.i 59 e 60 del suo MS. Magliabechiano. Mancano le promesse figure.