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VITA
DI
FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI.
CAPO I.
Sullo scorcio del secolo decimoquinto le arti figlie della fantasia procedevano all’apice del sommo bello per opera di una numerosa e sceltissima schiera d’uomini che onorerebbero qualsivoglia età e nazione, ed ai quali erano guida un Leonbattista Alberti, un Leonardo da Vinci, un Bramante, un Fra Giocondo, un Francesco di Giorgio, uomini egregi nelle arti figurative, di squisito gusto nell’architettura, eruditi delle antichità, dotti nella scienza delle acque e degli artifici militari, culti scrittori, e dotati di sì potente facoltà inventiva che col genio loro spesse volte videro ciò a che altri non pervenne poscia che dopo lungo e faticoso studio.
Di questi eletti uomini che primeggiano per vasto e moltiplice ingegno, due sono al merito de’ quali non ha resa ancora piena giustizia la storia, voglio dire il Giocondo e Francesco di Giorgio. Del primo, speriamo che nelle città venete, laddove maggiormente rifulse quel raro uomo, sorgerà una volta chi ne darà compiuta notizia; del secondo parlò poco e non esatto il Vasari, ripetuto e copiato mille volte al solito: