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72 introduz. alla scienza sociale [§ 49]

popoli inciviliti, hanno ben altro da fare che studiare i proprii sentimenti. Se qualche filosofo segue la massima: «conosci te stesso», il maggior numero degli uomini non se ne cura. Inoltre l’uomo il quale ha certi concetti, prova certi sentimenti, non bada generalmente più che tanto a metterli in relazione l’uno coll’altro; e quando pure, col progredire del tempo, pochi uomini, tratti dall’abito di ragionare, si danno di ciò pensiero, si accontentano facilmente di una relazione qualsiasi che sorge dalla loro fantasia. Così, presso certi popoli, tutto ciò che l’uomo deve fare è comandato da Dio, e quel comando è il nesso che fissa la relazione tra fatti interamente diversi; chi maggiormente specula cava fuori un qualche nesso metafisico; ed infine solo un ristrettissimo numero di uomini, e solo quando l’incivilimento è molto progredito, procura di ricercare i nessi sperimentali di quei fatti.

Se ciò solitamente non s’intende, segue perchè si cade nell’errore notato al § 9. Si suppone, cioè, che quei fatti siano conseguenza logica di un principio; e quindi appare stranissimo che possano essere in vicendevole contraddizione; si suppone che l’uomo operi mosso da quelle deduzioni logiche, e quindi non si concepisce come i vari suoi atti possano, in parte, non essere posti in relazioni mutue.


    mente cristiano, stima doveroso la vendetta del congiunti. Inf. XXIX, 31-36:

    O Duca mio, la violenta morte
       Che non gli è vendicata ancor, diss’io,
       Per alcun che dell’onta sia consorte,
    Fece lui disdegnoso; ond’ei sen gio
       Senza parlarmi, sì com’io stimo:
       Ed in ciò m’ha e’ fatto a sè pia pio.