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[§ 23-25] introduz. alla scienza sociale 53

menti morali B; ossia: A trovasi sempre, o solitamente, con B; oppure B sta da solo, o solitamente senza A?

Il primo problema fa parte di quelli che segnammo con (α) al § 6; il secondo di quelli che segnammo con (β).

24. Occupiamoci del primo problema. Di solito il ragionamento mira ad indurre l’uomo a compiere una certa cosa A che per sè medesima non è piacevole, o non è sufficientemente piacevole perchè l’uomo sia tratto direttamente a farla. In generale del resto A indica non solo l’opera attiva ma anche l’astensione da certa altra cosa.

25. Tra gli infiniti ragionamenti che si fanno sul primo problema, gioverà considerare quelli che si partiscono nelle seguenti classi: (I) Si dimostra che A, in ultima analisi, torna vantaggioso all’uomo: (I α) perchè un essere sovrannaturale, od anche solo una legge naturale o sovrannaturale (buddismo), premia chi fa A, castiga chi non fa A, sia (I α 1) in questa vita, sia (I α 2) in altra; oppure (I β) perchè, per virtù propria A finisce col tornare vantaggiosa; (I β 1) all’individuo, oppure (I β 2) alla specie. (II) Si dimostra che A è conseguenza di qualche principio, per solito metafisico, di qualche precetto, ammesso a priori, di qualche altro sentimento morale. Per esempio: (II α) A concorda con ciò che vuole la natura; oppure, per parecchi autori moderni, coll’evoluzione, colla dottrina della «solidarietà», ecc.; (II β) A è conseguenza del precetto che dobbiamo operare per avvicinarci alla perfezione; che dobbiamo «procacciare la felicità dell’uman genere, o meglio di tutti gli esseri sensibili»1; o dob-


  1. John Stuart Mill, Logica, VI, 12, § 7.