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[§ 55-56] | fenomeno economico concreto | 477 |
Si è detto che la protezione poteva essere utile per la tutela delle industrie nascenti; le quali poi, fatte adulte, non ne avrebbero più avuto bisogno. Non si può negare a priori che il fatto possa seguire, ma non se ne hanno esempi. Tutte le industrie nate colla protezione ne hanno sempre chiesto più, e non è mai venuto il giorno in cui si sono dichiarate pronte a farne senza.
La possibilità teorica accennata ai § 49, 51, pare essere in molti casi un fenomeno reale, e molti fatti inducono a credere che per parecchi paesi i dazi protettori hanno fatto crescere molti prezzi di merci protette, in modo che c’è stato un rincaro generale della vita. Già discorremmo degli effetti di un aumento generale dei prezzi (VI, 80), e non occorre tornarci sopra.
Se un paese produce certe merci, e se gli altri paesi impongono dazi protettori su quelle merci, il loro prezzo rinvilisce nel paese che le produce (§ 49). Per altro la verificazione sperimentale di questa deduzione teorica è molto meno facile di quella della precedente.
Infine la distruzione di ricchezza che è effetto della protezione ha, a sua volta, molti effetti economici e sociali (VI, 54 et passim), che appaiono quindi come effetti indiretti della protezione.
56. Effetti di ripartizione. — La protezione muta evidentemente la ripartizione tra certi individui. Infinite sono le combinazioni che si possono avere; guardandole molto dall’alto e all’ingrosso, possiamo dire che la protezione agricola favorisce specialmente i possidenti, di cui accresce le rendite. La protezione industriale favorisce stabilmente i possidenti di terreni industriali, temporaneamente gli imprenditori, i quali, in sulle prime, acquistano