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[§ 3-6] | fenomeno economico concreto | 439 |
vende l’oste. Eppure, tutto il vino prodotto finisce coll’essere venduto dall’oste, dall’albergatore, dal negoziante al minuto, dal produttore, per uso domestico.
Nella vendita al minuto, spesso la concorrenza opera poco o niente. I negozianti al minuto sono in numero molto maggiore, i loro capitali dànno una somma molto più ingente di ciò che sarebbe necessario per la distribuzione delle merci. Da tali circostanze trae origine il prospero successo delle cooperative di consumo e dei grandi magazzini.
4. Nei paesi più civili, quei negozianti al minuto costituiscono sindacati e fissano prezzi comuni, che generalmente sono enormemente maggiori dei costi delle merci in grosso o dei costi di produzione; sono spesso il doppio, il triplo, e anche più.
5. Il numero dei negozianti al minuto, e i loro capitali, crescono sinchè, nonostante quei prezzi tanto elevati, la professione non procacci maggior guadagno di ciò che in altre si può ottenere.
6. Occorre notare che i danni recati da cotanto imperfetto ordinamento della distribuzione, sono molto maggiori di quelli che si ha considerando solo la spesa per mantenere il numero soverchio dei negozianti e pagare il frutto del capitale superfluo. Supponiamo che, in un certo paese, quelle due somme dessero un totale di 100 all’anno; ci sarebbe un gran vantaggio, pei consumatori, di pagare direttamente quei 100 ai loro parassiti, purchè pel consumo si potessero avere prezzi quali risulterebbero da un bene ordinato sistema di distribuzione. Tale osservazione è generale, e vale per tutti i casi simili (VI, 8 e seg.).
Similmente, tra i danni principali cagionati dalle prepotenze dei sindacati operai, dei sindacati di capitalisti, e dei sindacati di rivenditori, si deve