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[§ 58-62] | l’equilibrio economico | 347 |
dagli avventori da prima le spese generali; e poi vendere ad essi le merci al prezzo di costo, dedotte quelle spese generali. Eccetto casi particolari, non si vede come ciò si possa fare. Lo Stato socialista invece può imporre, come tributo, sui consumatori di una merce, le spese generali della produzione di detta merce, e poi cederla al prezzo di costo; può, cioè, seguire rigorosamente la linea delle trasformazioni complete.
59. Lo Stato socialista può far godere della rendita (V, 95) prodotta da una merce i consumatori di detta merce. Quando la linea del massimo utile interseca la linea dei baratti, cioè quando la concorrenza è incompleta, e colla semplice concorrenza dei produttori privati, l’equilibrio ha luogo in quel punto di intersezione. Lo Stato socialista può riportare quel punto di equilibrio sulla linea dello trasformazioni complete, come se la concorrenza fosse completa.
60. Nello stato economico della proprietà privata, la produzione è regolata dagli imprenditori e dai proprietari; vi è perciò una certa spesa, che figura tra gli ostacoli. Nello stato collettivista la produzione sarebbe regolata da impiegati di quello Stato; la spesa che per essi si avrebbe potrebbe essere maggiore, e l’opera loro meno efficace; in tal caso, i vantaggi accennati potrebbero essere compensati e mutarsi in perdita.
61. In conclusione, l’economia pura non ci dà criteri veramente decisivi per scegliere tra un ordinamento di proprietà o di concorrenza privata e un ordinamento socialista. Quei criteri si possono solo avere tenendo conto di altri caratteri dei fenomeni.
62. Massimi di ofelimità per colletività parziali. — I fenomeni del tipo (III) possono riferirsi non già