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[§ 79-82] | gli ostacoli | 317 |
sono moltiplicati, e ancora seguita a crescerne il numero. Dei trust americani, alcuni hanno avuto prospero successo, altri sono finiti malamente e con gravi rovine.
80. Si può ammettere, in generale, che, per ogni genere di produzione, vi è, per l’impresa, una certa mole la quale corrisponde al minimo costo di produzione: quindi la produzione, lasciata libera, tende a ripartirsi tra imprese di quel genere.
81. Equilibrio generale della produzione. — Pei fenomeni del tipo (I), abbiamo già veduto (III, 208) che quell’equilibrio era determinato da certe categorie di condizioni, che indicammo con (D, E). La prima, cioè la categoria (D), stabilisce che i costi di produzione sono eguali ai prezzi di vendita; la seconda stabilisce che le quantità richieste per la trasformazione sono le quantità effettivamente trasformate.
La considerazione dei capitali nulla muta sostanzialmente a quelle condizioni; solo la forma è diversa in ciò, che, invece di sole merci trasformate, si tiene conto di merci e di servizi di capitali.
Si osservi che non è necessario che ogni merce abbia il proprio costo di produzione. Per esempio, il grano e la paglia si ottengono insieme, ed il prezzo di produzione è complessivo. In tali casi esistono certe relazioni che ci fanno conoscere in che rapporti stanno le merci così unite: per esempio, si sa quanta paglia si ottiene per tanto di grano. Tali relazioni faranno parte della categoria (D) di condizioni.
82. Occorre ora tenere conto della variabilità dei coefficienti di produzione. Principiamo col supporre che tutta la quantità di una merce Y sia prodotta da una sola impresa. Nei fenomeni del