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[§ 69-71] | gli ostacoli | 313 |
che, almeno nel Belgio, le imprese, dove esiste libera concorrenza, ottengono pei loro capitali, in media, un frutto netto che non si discosta molto dal frutto usuale dei prestiti; se pure quei due generi di frutti non sono pressochè eguali.
I fatti corrispondono dunque assai bene alle deduzioni teoriche.
70. Variabilità dei coefficienti di produzione. — L’impresa ha, nella produzione, per ufficio principale di determinare i coefficienti di produzione, in relazione alle condizioni economiche.
71. Qui occorre distinguere due tipi di fenomeni precisamente come si è fatto pel consumatore e pel produttore (III, 40). Il tipo (I), per ora, è quello che viene generalmente seguito dalle imprese. Queste fanno i loro conti coi prezzi che sono praticati sul mercato, senza curarsi d’altro; e sarebbe impossibile operare diversamente. Un’impresa vede che, ai prezzi del mercato, scemando la quantità di mano d’opera ed accrescendo la quantità di capitale mobiliare (macchine, ecc.), ottiene un minore costo di produzione. Segue quella via, senz’altro. Effettivamente, l’aumento della domanda di risparmio può farne crescere il frutto; la diminuzione della domanda di mano d’opera, può farne scemare il prezzo; ma manca ogni criterio all’impresa per valutare, anche con grossolana approssimazione, quegli effetti, onde se ne astiene. Del resto, qualunque siano le cagioni del fenomeno, basta guardare come sono fatti i conti di un’impresa qualsiasi, per vedere che esso sussiste. Se verrà giorno in cui i trust invaderanno gran parte della produzione, potrà mutare quello stato di cose, e potranno esservi molte industrie che seguiranno il tipo (II) per la determinazione dei