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[§ 67—69] | gli ostacoli | 309 |
hanno vita più o meno breve, ecc. Perciò può parere che i loro titoli fruttino di più; ma fatte quelle deduzioni, il frutto, in media, diventa eguale a quello dei titoli di debito con frutto fisso. Per esempio, in Germania, azioni di miniere di carbone che fruttano circa il 6% equivalgono all’incirca a titoli del debito prussiano che fruttano il 3 %.
68. Si può per altro osservare che tale equivalenza è in parte soggettiva; cioè sta il fatto che i tedeschi credono a quell’equivalenza — se no venderebbero i loro titoli di consolidato prussiano e comprerebbero azioni di miniere, od altre — ma la realtà potrebbe, in parte almeno, differire dal concetto che gli uomini ne hanno.
Per tal modo diverge il fenomeno concreto dal fenomeno teorico. Per operazioni che durano breve tempo, spessissimo ripetute, che possono dar luogo a molti adattamenti e riadattamenti, pare che piccola debba essere quella divergenza; ma non possiamo, a priori, asserire che è zero, anzi pare piuttosto che, sebbene piccola, debba sempre esistere.
Supponiamo, per esempio, due usi del risparmio che dànno eguale frutto netto, tenute conto dei premi di assicurazione e di ammortamento; ma il primo ha probabilità di grandi guadagni e di grandi perdite, che mancano nel secondo (VIII, 12).
Il primo sarà preferito da un popolo avventuroso, il secondo da un popolo quieto; quindi, per la diversa domanda che si fa di questi usi del capitale, i frutti netti potranno cessare di essere eguali. Un popolo avventuroso comprerà più volontieri azioni di società industriali che titoli di debito pubblico; e un popolo buon massaio e timido economicamente, farà l’opposto. Quindi può darsi che, in realtà, le imprese industriali abbiano un piccolo utile o un piccolo danno proprio.