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262 | i gusti | [§ 50-54] |
cettochè si possa riconoscere che quelli sono fatti insignificanti.
51. Non è così; anzi, come già abbiamo notato (§ 19), abbiamo qui un fenomeno estesissimo, poichè per moltissime merci vi sono più qualità; e, man mano che l’entrata cresce, la qualità superiore toglie il luogo della qualità inferiore, quindi, per questa la domanda prima cresce col crescere dell’entrata, e poi scema sino a diventare insignificante, od anche zero.
52. Tale conclusione non sussisterebbe ove considerassimo, invece delle merci reali, grandi categorie di merci ideali (§ 21); per esempio se si considerasse l’alimentazione, l’alloggio, le vestimenta, l’ornamento e i divertimenti. In tal caso non è punto assurdo il dire che, col crescere dell’entrata, cresce la spesa per ognuna di quelle categorie di merci, e si potrebbe quindi, senza gravi errori, supporre che abbiamo ofelimità indipendenti, o meglio ofelimità aventi tra di esse il primo genere di dipendenza.
53. Nel concreto, un individuo generalmente domanda molte qualità di merci e ne offre una o poche. Moltissimi offrono semplicemente lavoro; altri, l’uso del risparmio; altri, certe merci che producono. Il caso di semplice baratto tra due merci aventi una dipendenza del secondo genere è assolutamente eccezionale; un manovale vende il suo lavoro e compera polenta e pane, ma non osserviamo il baratto di pane per polenta. Quindi le deduzioni della teoria non si potevano verificare direttamente in quel caso, ed occorreva avere un altro modo di verificazione, il che appunto si ottiene considerando la ripartizione dell’entrata.
54. Varie forme delle linee di indifferenza e delle