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[§ 96-97] introduz. alla scienza sociale 113


Il Sorel stesso ci dà un esempio dei due generi di considerazioni che comporta un fatto soggettivo. Egli dice che «è probabile che Marx aveva presentato la concezione della catastrofe [la distruzione della borghesia operata dalla concentrazione della ricchezza] come un mito che illustra chiaramente la lotta di classe e la rivoluzione sociale»1.

Il Marx può avere avuto il concetto che a lui meglio piaceva; ma a noi sarà pure lecito indagare se quella catastrofe ha avuto luogo, o non ha avuto luogo, entro i limiti di tempo ad essa assegnati. Non si concepisce come e perchè sarebbe vietato agli uomini di occuparsi di tal fatto oggettivo.

Inoltre, se il Marx intendeva discorrere per via di miti, sarebbe stato bene che ce lo facesse noto prima che gli eventi smentissero le previsioni; altrimenti il mestiere del profeta diventa troppo facile. Uno fa una profezia; se è verificata dai fatti, si ammira la perspicacia del suo autore; se è smentita, si dice che è un mito.

97. (§ 6 ε). Sinora le nostre indagini sono state volte a fatti che seguivano, a movimenti che possiamo dire reali, per distinguerli da altri ipotetici che diremo virtuali (III, 22).

L’argomento non è esaurito dallo studio del come certi fatti seguono: rimane un problema di gran momento; cioè di sapere se uno dei fatti che stanno in relazione fosse, per ipotesi, modificato, quali mutamenti proverebbero gli altri. E tale problema è preparazione necessaria per sciogliere un secondo problema, che indaga quali sono le circostanze che procacciano il massimo utile alla società,


  1. Introduction à l’economie moderne, p. 377.
Economia politica. - 8.